Ecco perché Andrea Bacciga non può rappresentare una voce autorevole contro la violenza sulle donne.

Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale indetta con la volontà di fermare la violenze sulle donne. Realtà di movimento e istituzioni hanno organizzato eventi e iniziative, tra le quali segnaliamo quella che a nostro avviso è stata la più significativa, la grande manifestazione nazionale organizzata a Roma dal gruppo femminista Non una di meno, e alla quale hanno partecipato più di 100mila persone.

25 novembre 2021 – Non una di meno in piazza a Rome


Anche l’ intervento educativo nelle scuole ha rivestito grande importanza nel tentativo di formare ragazzi che non concepiscono nemmeno l’ utilizzo della violenza sulle donne. Verona non ha fatto eccezione e diversi appuntamenti hanno contraddistinto la Giornata.

Uno di queste ci ha però lasciati di stucco, e a quanto pare non ha colpito negativamente soltanto noi ma anche alcuni docenti del Liceo statale Anti di Villafranca che hanno convinto la dirigente dell’ istituto a ritirare la partecipazione all’ incontro “il Suo nome è MAI PIU’” in quanto al tavolo dei relatori sedeva una persona che, nel recente passato, si è macchiata di atti che non esitiamo a definire discriminatori proprio nei confronti delle donne.

La circolare del Liceo Anti dove tra gli invitati compare il nome di Andrea Bacciga


Stiamo parlando dell’onnipresente consigliere comunale Andrea Bacciga, che avrebbe dovuto partecipare al convegno online, in collegamento con le classi quarte del liceo. A dire il vero non sappiamo se la conferenza sia stata poi effettivamente portata a termine con altri istituti o sia stata semplicemente annullata.
Quello che sappiamo è che Andrea Bacciga ha pubblicato un post sul suo profilo facebook nel quale accusava “la sinistra”, colpevole, a suo dire, di voler impedire la sua partecipazione a causa delle sue idee.

Il post di Andrea Bacciga


A questo punto forse è il caso di provare a mettere qualche puntino sulle i e respingere con decisione le rimostranze vittimistiche del consigliere Bacciga.
Egli, noto esponente dell’ estrema destra veronese, e oggi accolto, in vista delle prossime elezioni amministrative, a braccia aperte dalla Lega, sta affrontando un processo nel quale è accusato di essersi esibito, proprio durante una seduta di consiglio, in un saluto fascista. La nostra Costituzione, lo ricordiamo ancora una volta al consigliere, si basa su ideali antifascisti, ripresi in diversi passi della Carta. In fondo crediamo basterebbe questo per precludere a Bacciga un ruolo educativo in particolare se rivolto a studentesse e studenti. Ma c’è ben altro.
Innanzitutto va messo in risalto che proprio il modello di “famiglia naturale” che lui, in compagnia di tutta la maggioranza politica che sostiene il sindaco, per la verità, è proprio il modello di riferimento nel quale avvengono la maggior parte delle violenze. Continuare a sostenere a spada tratta l’univocità di quella tipologia di famiglia senza contemplare, e anzi negando, l’esistenza di altre relazioni che comunque già esistono e costituiscono legami familiari, non aiuta certamente a contrastare la violenza di chi magari si sente spalleggiato da narrazioni che non hanno molta attinenza con la realtà e che spesso rivendicano la possessività o la gelosia come sentimenti in fondo positivi, quando non sinonimi della parola amore.
Il saluto fascista, inoltre, è stato rivolto proprio contro un gruppo di attiviste del movimento femminista Non una di meno che, dal loggione della sala in cui si teneva il consiglio, intendevano protestare contro due mozioni presentate dal leghista Alberto Zelger.

La prima mozione, la n°4344, successivamente approvata in altra seduta, (anche con il voto di Bacciga), permette oggi al Comune di Verona di finanziare le associazioni Pro vita, ossia quelle che contestano la libera scelta della donna in materia di interruzione di gravidanza, mentre la seconda, mai più discussa, pretendeva di seppellire i feti abortiti anche in mancanza del parere favorevole della madre.
Le attiviste di Non una di meno, che sono parte civile nel processo contro Bacciga, assistevano in silenzio alla discussione, affidando la loro contestazione ai vestiti da ancelle che indossavano e che erano riferiti a “Il racconto dell’ancella” (The Handmaid’s Tale), un romanzo di Margaret Atwood del 1985, nel quale si racconta una società del futuro soffocata da un regime totalitario nel quale le donne vengono private di ogni diritto e sottoposte a stupri rituali allo scopo di ingravidarle.

Il periodo della nostra storia recente nel quale si possono ritrovare elementi di quel paradigma è forse proprio quello attraversato dalla dittatura fascista, durante la quale le donne erano considerate inferiori all’ uomo e considerate poco più di ventri da ingravidare per rafforzare la “razza italica”.
Per non parlare di quanto accadeva nelle colonie africane fasciste dove vigeva l’”abitudine” criminale di schiavizzare le bambine sottoponendole anche a veri e propri atti di pedofilia. Insomma, se oggi il sessismo e la violenza maschile dilagano, non è certamente il camerata Bacciga, con i suoi riferimenti culturali e ideologici, rivendicati con il suo braccio teso verso le femministe, che può ergersi al fianco delle donne per denunciare soprusi, stupri e omicidi.

Ma forse la vera motivazione della presenza del consigliere all’incontro con le studentesse e gli studenti andrebbe ricercata invece nella volontà di mostrare al giudice la la sua vicinanza e la sua partecipazione ad alcune  lotte delle quali sono protagoniste le donne, nella speranza che questo gli conceda un vantaggio in un processo che vede proprio il gruppo femminista oggi più conosciuto comparire come parte civile..
Ecco perché riteniamo che l’aver invitato proprio l’avvocato Bacciga sia stato fuori luogo e abbia probabilmente più a che fare con la campagna elettorale ormai in corso che con l’effettiva volontà di affrontare i temi posti dalla violenza sulle donne.
Il consigliere ha comunque ragione quando si sente a sua volta discriminato per le sue idee in quanto il fascismo non appartiene, come lui vorrebbe, alla categorie dell’ideale ma continua invece a rappresentare un crimine.
Per finire esprimiamo il nostro plauso ai docenti, alle studentesse e agli studenti che hanno contestato la presenza del consigliere all’incontro.

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Andrea Nicolini
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